Per aiutarci a vivere con più fecondità spirituale l’adorazione eucaristica ho chiesto a teologi e cardinali eminenti per fede e saggezza spirituale di inviare dei testi per la nostra edificazione, animando così in modo autorevole i nostri ritiri. Ho puntato in alto con audacia, spinto da un vivissimo amore a Gesù Eucarestia, testimone delle innumerevoli grazie che l’adorazione sta seminando in noi e intorno a noi. Con gioia profonda pubblico la lettera inviata dal Card. Robert Sarah, chiamato a guidare proprio il dicastero che governa la disciplina del culto divino, la liturgia, e la disciplina dei sacramenti. Questo testo prezioso che illumina il nostro cammino di adoratori, ci accompagnerà sempre, per la sua autorevolezza, profondità e saggezza. Accompagniamo con la nostra sincera preghiera il Card. Sarah; sia segno vivo di gratitudine per cercare di ricambiare il dono preziosissimo che ci ha fatto, confermandoci nel nostro cammino di adoratori: adorando Gesù Eucarestia siamo nel cuore palpitante della Chiesa.

don Giorgio Carini

CONGREGATIO DE CULTO DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM

Reverendo don Giorgio                                                                                     4 novembre 2020

Ho ben ricevuto la sua pregiata lettera con la quale mi informava della splendida iniziativa dell’Adorazione perpetua che, con accorata partecipazione, si svolge dal 2014 nella chiesa di Sant’Agostino a Grottammare.

Desidero innanzitutto porgerLe il mio vivido ringraziamento per l’invio di summenzionata missiva. Altresì ringrazio Lei e quanti aderiscono all’adorazione perpetua. Adorare il Santissimo Corpo di Gesù nell’Eucarestia è sempre occasione propizia per crescere nel rapporto intimo e personale con il Signore. Più ci inginocchiamo dinanzi a Gesù-Eucarestia e più la nostra vita prende una direzione di compimento e di pienezza, in quanto solo il Signore può donare vero senso alla nostra esistenza umana e riempire la nostra vita della sua presenza. Senza Dio la nostra vita sarebbe davvero misera e vuota. Adorando Gesù Eucarestia ci inseriamo sempre di più nella vita divina, lasciando al Signore la possibilità di riempirci di Lui. Nell’esperienza di tutti i Santi, ad esempio, riusciamo a scorgere un rapporto privilegiato con Gesù-Eucarestia. Più grande è il legame che si stringe con il Signore, mediante Gesù-Eucarestia e più intensa diventa tutta la propria vita di fede, anche nell’esperienza caritativa. Mi viene in mente un’immagine del pellegrinaggio di san Giovanni Paolo II in Terra Santa durante il grande Giubileo del 2000, dove tutto il Mondo è stato impressionato. Prima di avere la gioia e la grazia di celebrare nel Cenacolo, a Gerusalemme, il medesimo luogo, ove secondo la tradizione, l’eucarestia è stata celebrata per la prima volta da Gesù Cristo in persona, abbiamo potuto osservare, stupiti, questo anziano uomo, in talare bianca, solo, curvato, davanti al muro occidentale del Tempio, inserire la sua domanda di perdono in uno spazio tra due pietre della muraglia. Quello che è avvenuto davanti il muro occidentale del Tempio di Gerusalemme, chiamato comunemente il “Muro del Pianto”, il Papa San Giovanni Paolo II vorrebbe ripeterlo in ciascuno di noi. Mediante la sua ultima lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia del 17 aprile 2003 e la lettera Apostolica Mane nobiscum Domine del 7 ottobre 2004, Giovanni Paolo II, anziano ma lucido, sembra cercare un’apertura nei nostri cuori e nelle nostre abitudini di pensare ed agire, per inserirvi un messaggio essenziale, l’ultimo del suo pontificato, che sarà come la conclusione del suo ministero petrino e cioè l’Amore e l’immenso sacro dono dell’Eucarestia: “il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo”.

San Giovanni Paolo II, in modo particolare ai numeri 56-60 della Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, ci ha consegnato la sua testimonianza, la sua fede e la sua passione per Gesù Eucarestia, celebrata, amata, adorata: “«Ave, verum corpus natum de Maria Virgine!» […]. Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza (cfr Lc 24,13-35). Lasciate, miei carissimi fratelli e sorelle, che io renda con intimo trasporto, in compagnia e a conforto della vostra fede, la mia testimonianza di fede nella Santissima Eucarestia. «Ave, verum corpus natum de Maria Virgine,/vere passum, immolatum, in cruce pro homine!». Qui c’è il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo, il pegno del traguardo a cui ciascun uomo, anche inconsapevolmente, anela. Mistero grande, che ci supera, certo, e mette a dura prova la capacità della nostra mente di andare oltre le apparenze. Qui i nostri sensi falliscono – «visus, tactus, gustus in te fallitur», è detto nell’inno Adoro te devote-, ma la sola fede, radicata nella parola di Cristo a noi consegnata dagli Apostoli, ci basta. Lasciate che, come Pietro alla fine del discorso eucaristico nel Vangelo di Giovanni, io ripeta a Cristo, a nome di tutta la Chiesa, a nome di ciascuno di voi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68)”. Solo Gesù ci riempie la vita di parole che corrispondono pienamente al nostro cuore e che seguendole ci conducono alla vita eterna. Mediante l’Eucarestia si rafforza l’unità stessa della Chiesa, anzi come ci testimonia il Santo Papa Polacco nella sua prima enciclica Redemptor Hominis al n° 20: “È verità essenziale, non soltanto dottrinale ma anche esistenziale, che l’Eucaristia costruisce la Chiesa, e la costruisce come autentica comunità di Popolo di Dio, come assemblea dei fedeli, contrassegnata dallo stesso carattere di unità, di cui furono partecipi gli Apostoli ed i primi discepoli del Signore. L’Eucaristia costruisce sempre nuovamente questa comunità e unità; sempre la costruisce e la rigenera sulla base del sacrificio di Cristo stesso, perché commemora la sua morte sulla Croce, a prezzo della quale siamo stati redenti da Lui”. Senza l’Eucaristia non possiamo vivere, in quanto “la Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un’intensità unica” (Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia n°1).

Di cuore Vi ribadisco la mia gratitudine per il prezioso impegno a donare parte del vostro tempo per l’adorazione perpetua e umilmente Vi assicuro la mia preghiera, per un’intensa vita cristiana tutta incentrata sul Vangelo e nel rapporto intimo con Gesù-Eucaristia, mentre paternamente Vi benedico

Robert Card. Sarah

L’Eucarestia: il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo

Per aiutarci a vivere con più fecondità spirituale l’adorazione eucaristica ho chiesto a teologi e cardinali eminenti per fede e saggezza spirituale di inviare dei testi per la nostra edificazione, animando così in modo autorevole i nostri ritiri. Ho puntato in alto con audacia, spinto da un vivissimo amore a Gesù Eucarestia, testimone delle innumerevoli grazie che l’adorazione sta seminando in noi e intorno a noi. Con gioia profonda pubblico la lettera inviata dal Card. Robert Sarah, chiamato a guidare proprio il dicastero che governa la disciplina del culto divino, la liturgia, e la disciplina dei sacramenti. Questo testo prezioso che illumina il nostro cammino di adoratori, ci accompagnerà sempre, per la sua autorevolezza, profondità e saggezza. Accompagniamo con la nostra sincera preghiera il Card. Sarah; sia segno vivo di gratitudine per cercare di ricambiare il dono preziosissimo che ci ha fatto, confermandoci nel nostro cammino di adoratori: adorando Gesù Eucarestia siamo nel cuore palpitante della Chiesa.

D. Giorgio Carini

CONGREGATIO DE CULTO DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM

Reverendo don Giorgio                                                                                     4 novembre 2020

Ho ben ricevuto la sua pregiata lettera con la quale mi informava della splendida iniziativa dell’Adorazione perpetua che, con accorata partecipazione, si svolge dal 2014 nella chiesa di Sant’Agostino a Grottammare.

Desidero innanzitutto porgerLe il mio vivido ringraziamento per l’invio di summenzionata missiva. Altresì ringrazio Lei e quanti aderiscono all’adorazione perpetua. Adorare il Santissimo Corpo di Gesù nell’Eucarestia è sempre occasione propizia per crescere nel rapporto intimo e personale con il Signore. Più ci inginocchiamo dinanzi a Gesù-Eucarestia e più la nostra vita prende una direzione di compimento e di pienezza, in quanto solo il Signore può donare vero senso alla nostra esistenza umana e riempire la nostra vita della sua presenza. Senza Dio la nostra vita sarebbe davvero misera e vuota. Adorando Gesù Eucarestia ci inseriamo sempre di più nella vita divina, lasciando al Signore la possibilità di riempirci di Lui. Nell’esperienza di tutti i Santi, ad esempio, riusciamo a scorgere un rapporto privilegiato con Gesù-Eucarestia. Più grande è il legame che si stringe con il Signore, mediante Gesù-Eucarestia e più intensa diventa tutta la propria vita di fede, anche nell’esperienza caritativa. Mi viene in mente un’immagine del pellegrinaggio di san Giovanni Paolo II in Terra Santa durante il grande Giubileo del 2000, dove tutto il Mondo è stato impressionato. Prima di avere la gioia e la grazia di celebrare nel Cenacolo, a Gerusalemme, il medesimo luogo, ove secondo la tradizione, l’eucarestia è stata celebrata per la prima volta da Gesù Cristo in persona, abbiamo potuto osservare, stupiti, questo anziano uomo, in talare bianca, solo, curvato, davanti al muro occidentale del Tempio, inserire la sua domanda di perdono in uno spazio tra due pietre della muraglia. Quello che è avvenuto davanti il muro occidentale del Tempio di Gerusalemme, chiamato comunemente il “Muro del Pianto”, il Papa San Giovanni Paolo II vorrebbe ripeterlo in ciascuno di noi. Mediante la sua ultima lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia del 17 aprile 2003 e la lettera Apostolica Mane nobiscum Domine del 7 ottobre 2004, Giovanni Paolo II, anziano ma lucido, sembra cercare un’apertura nei nostri cuori e nelle nostre abitudini di pensare ed agire, per inserirvi un messaggio essenziale, l’ultimo del suo pontificato, che sarà come la conclusione del suo ministero petrino e cioè l’Amore e l’immenso sacro dono dell’Eucarestia: “il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo”.

San Giovanni Paolo II, in modo particolare ai numeri 56-60 della Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, ci ha consegnato la sua testimonianza, la sua fede e la sua passione per Gesù Eucarestia, celebrata, amata, adorata: “«Ave, verum corpus natum de Maria Virgine!» […]. Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza (cfr Lc 24,13-35). Lasciate, miei carissimi fratelli e sorelle, che io renda con intimo trasporto, in compagnia e a conforto della vostra fede, la mia testimonianza di fede nella Santissima Eucarestia. «Ave, verum corpus natum de Maria Virgine,/vere passum, immolatum, in cruce pro homine!». Qui c’è il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo, il pegno del traguardo a cui ciascun uomo, anche inconsapevolmente, anela. Mistero grande, che ci supera, certo, e mette a dura prova la capacità della nostra mente di andare oltre le apparenze. Qui i nostri sensi falliscono – «visus, tactus, gustus in te fallitur», è detto nell’inno Adoro te devote-, ma la sola fede, radicata nella parola di Cristo a noi consegnata dagli Apostoli, ci basta. Lasciate che, come Pietro alla fine del discorso eucaristico nel Vangelo di Giovanni, io ripeta a Cristo, a nome di tutta la Chiesa, a nome di ciascuno di voi: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68)”. Solo Gesù ci riempie la vita di parole che corrispondono pienamente al nostro cuore e che seguendole ci conducono alla vita eterna. Mediante l’Eucarestia si rafforza l’unità stessa della Chiesa, anzi come ci testimonia il Santo Papa Polacco nella sua prima enciclica Redemptor Hominis al n° 20: “È verità essenziale, non soltanto dottrinale ma anche esistenziale, che l’Eucaristia costruisce la Chiesa, e la costruisce come autentica comunità di Popolo di Dio, come assemblea dei fedeli, contrassegnata dallo stesso carattere di unità, di cui furono partecipi gli Apostoli ed i primi discepoli del Signore. L’Eucaristia costruisce sempre nuovamente questa comunità e unità; sempre la costruisce e la rigenera sulla base del sacrificio di Cristo stesso, perché commemora la sua morte sulla Croce, a prezzo della quale siamo stati redenti da Lui”. Senza l’Eucaristia non possiamo vivere, in quanto “la Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un’intensità unica” (Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia n°1).

Di cuore Vi ribadisco la mia gratitudine per il prezioso impegno a donare parte del vostro tempo per l’adorazione perpetua e umilmente Vi assicuro la mia preghiera, per un’intensa vita cristiana tutta incentrata sul Vangelo e nel rapporto intimo con Gesù-Eucaristia, mentre paternamente Vi benedico

Robert Card. Sarah

L’Eucarestia: il tesoro della Chiesa, il cuore del mondo